sabato 29 novembre 2014

I beni culturali e le alluvioni nel Tigullio


       La alluvioni nel Tigullio interessano anche i beni culturali, soprattutto ambientali. Il 10 novembre scorso la città di Chiavari è stata invasa dall'acqua, dal fango e dai detriti. I 120 mm. di pioggia caduti in tre ore  hanno provocato lo straripamento del rio Campodonico, del torrente Rupinaro e del fiume Entella.

         A   S. Pier di Canne (Chiavari) si sono allagati  completamente  i locali delle opere parrocchiali della chiesa. Nell'entroterra è esondato in più punti il torrente Lavagna. A Calvari (S.Colombano Certenoli) la Cappella di S. Lorenzo è stata circondata dal fango.


Il Piazzale della Chiesa di S. Pier di Canne, Chiavari, 2014.
(Foto di E. Panzacchi)
       Un evento eccezionale che, tuttavia, non si può considerare unico ed irripetibile. Nel passato sono già avvenute delle alluvioni in questo periodo dell'anno e in diverse località del territorio.

      Andando a ritroso, nell'ottobre del 1953, sempre a Chiavari, straripò il fiume Entella: la strada vicina divenne un torrente impetuoso; i negozi ed i piani terra delle case furono inondati.

        Nel 1915 la città di Rapallo fu invasa dall'acqua del torrente Boate. Nel quartiere di S. Anna, una frana enorme si abbatté su alcune case. A S. Pietro di Novella crollò il piazzale della chiesa.

         Nel corso dei lavori di restauro nella Cappella di S. Lorenzo e Bernardo di Conscenti  (Comune di Ne) è stato trovato, sotto il livello del pavimento, un affresco seicentesco dipinto sul muro dell'abside, raffigurante una Crocifissione. Dato il luogo - vicino alla confluenza dei torrenti Garibaldo e Reppia nel Graveglia - è verosimile che la chiesa attuale sia stata ricostruita nello stesso sito, a seguito di un evento alluvionale.

        I richiami suddetti rimandano anche a considerazioni di natura linguistica. Da dove deriva il toponimo Chiavari e  per quale motivo è stato scelto?

           Fra le varie ipotesi avanzate, quella di Temistocle Franceschi - presentata nel 1978 durante il convegno sull'urbanizzazione di Chiavari - rimane la più fondata storicamente[1]. La sua ricerca parte dalle conclusioni di Geo Pistarino - grande medievalista - secondo cui il "locus Clavari" (...) "per quanto variamente configurato ed espanso sul territorio tra il X ed il secolo XII interessò unicamente l'area del Rupinaro, non quella del litorale o quella dell'Entella " (...).

            A proposito dell'etimologia di Chiavari T. Franceschi scrive: 
(...) "tenderei ad istituire un parallelismo di */klava/ con *grava/ (celtico per taluni, per altri 'mediterraneo' al par di *klava/), che par valer appunto "ciottoli prodotti e convogliati dall'acqua", "ghiaia", "greto di torrente"  (...).


Note:

[1cfr. T.FRANCESCHI, Sull'etimologia di Chiavari (e dintorni), Chiavari, Atti del Convegno, 1978, p. 126. 
G. F. GRASSO, Chiavari, caro... misterioso nome, Chiavari, ed. Grafica Piemme, 2002.