venerdì 10 aprile 2015

Dina Bellotti, una pittrice del Novecento in Liguria.

    

   Dopo i successi di critica e di pubblico ottenuti nella prima antologica allestita a Roma nel 2010 in Palazzo Cardinal Cesi (riproposta in Palazzo Fascie a Sestri Levante) ed una selezione di tali opere (esposte l’anno scorso nel Museo dell’Accademia Ligustica di Genova), è stata inaugurata il 4 aprile scorso la mostra con molti inediti della pittrice Dina Bellotti, presso  Palazzo Rocca a Chiavari. L’esposizione - curata da Franco Dioli - riguarda sessanta opere realizzate dall'artista nel periodo 1930 -1960. Essa rimarrà aperta fino al prossimo 19 aprile.

D. Bellotti, Donna in carrozza, studio preparatorio,  Coll. Priv. (Foto di E. Panzacchi)


      Dina Bellotti (Alessadria, 1912 - Roma, 2003)  si iscrive all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Terminati gli studi, inizia l’attività artistica nel capoluogo piemontese. Nel giugno del 1939 si trasferisce con la famiglia in Liguria, a Sestri Levante. Espone nel 1938, 1940, 1942, e 1948 alla Biennale di Venezia. Partecipa inoltre alle Quadriennali di Torino e a numerosi altri concorsi, ottenendo premi a Cannes, Alessandria, Torino, Roma, Suzzara e Biella.

    Nell’ottobre del 1960 si trasferisce definitivamente a Roma.

    Da questo momento alternerà i soggiorni estivi nella riviera ligure (Sestri Levante) con quelli nella laguna veneta (Burano). La vicinanza della sua abitazione romana alla Città del Vaticano le renderà possibile la frequentazione dell’ambiente ecclesiastico. A partire dalla prima metà degli anni Settanta, realizzerà infatti alcuni ritratti di Paolo VI  e, più tardi, di Giovanni Paolo II, conservati in Vaticano e utilizzati come immagini ufficiali dei pontefici e di alti prelati. 

     Alcune sue opere sono esposte nella Collezione d'Arte Religiosa Moderna inaugurata nel 1973 da Paolo VI.

     Vittorio Sgarbi - nella presentazione del catalogo della mostra presso il Museo dell’’Accademia Ligustica di Genova - osservò:

 (…) “Grande è l’abilità della sua pittura di tocco in ritratti, nature morte e paesaggi” (…) [1]

     Franco Dioli - curatore della rassegna antologica in Palazzo Cardinal Cesi a Roma – scrisse:

 (…) “In tutte le rappresentazioni della Bellotti, come detto, è assai chiaro riconoscere come perenne e direi quasi esclusiva fonte di ispirazione la realtà circostante, la quotidianità del vivere, vita e arte, esistenza e mestiere, indissolubilmente saldati tra loro, una declinazione di giorni e di lavori, hanno condotto la pittrice a dipingere fisionomie, emblematici volti, ritratti di amici o di ignoti che hanno attratto la sua attenzione,di persone al bar sedute nei dehors, ampie e luminose vedute della costa ligure, della sua città natale Alessandria e l’ambiente circostante, scorci di Roma o importanti piazze monumentali, parchi e giardini, San Pietro, Piazza del Popolo. Gli angoli più caratteristici di Burano e le sue famose merlettaie al lavoro. Molta la produzione relativa all’amata Sestri Levante, i suoi pescatori durante la pesca o intenti al lavoro sulle banchine o sulla spiaggia, il porto, le barche e i velieri ormeggiati, le feste di paese e poi pesci, frutta e ortaggi, grandi vasi di fiori, composizioni di oggetti, vasi, il “gallo vincitore”, conchiglie, interni di case, luminose terrazze affacciate sul mare, finestre imbevute di luce, abili giochi chiaroscurali tra interni ed esterni, scene surrealiste e concertini di jazz di fronte al mare. Grandi passioni i cavalli alle corse e il mondo circense con acrobati e animali esotici, attimi più volte “fissati” nei suoi dipinti”.(…)  [2]

      Questi elementi si ritrovano anche nei due studi preparatori qui sopra e sotto: disegno  e tempera su carta per il dipinto "La carrozzella di Gamberini a Chiavari". Nel disegno l'artista fissa con tratti essenziali  il paesaggio di Piazza Matteotti a Chiavari (un tempo denominata “Ciassa de Carrosse”), evocando la "quotidianità del vivere", rappresentata dalla carrozza (mezzo di trasporto usato fino alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso) e dal conducente (Gamberini). In secondo piano sono accennati la facciata dell’ex chiesa di S. Francesco ed il monumento a Giuseppe Garibaldi.

D. Bellotti, Donna in carrozza, tempera su carta,1950. (Foto di E. Panzacchi)


Note:
                                                                                 

[1]  “Dal 10 luglio l’antologica su Dina Bellotti all’Accademia Ligustica di Genova”,  (a cura) della Redazione, Genova Post, Genova, 8 luglio 2014.

[2] Franco Dioli, La grande pittrice dei Papi ammaliata da Sestri Levante, Genova, Il Secolo XIX, ed. Levante, 6 maggio 2010, p. 24.