venerdì 22 gennaio 2016

Il Vescovo di Pavia consacrato davanti all'altare maggiore della Cattedrale di N.S. dell'Orto in Chiavari


     L'altare maggiore della Cattedrale di N.S. dell'Orto in Chiavari - così come si presenta oggi all'osservatore -  è il risultato di uno sviluppo storico ed artistico iniziato nella prima metà del XVII secolo.
     Nel 1624 fu redatto un primo contratto tra Achille Costaguta, in rappresentanza dei fratelli Ascanio e Prospero, committenti dell'altare monumentale, e Giuseppe Ferrandino. Nel 1627 fu presentato il progetto  che, negli anni successivi (1627 - 1632 ca.), fu realizzato  da Giuseppe e Giovanni Battista Ferrandino, scultori.  
G. e G. B. Ferrandino, Cattedrale di Chiavari. altare maggiore, 1624-1632 ca.
(Rriproduzione da cartolina, 1950 ca.)
      Importanti contributi alla conoscenza sono stati offerti da Fausta Franchini Guelfi  con la ricostruzione biografica dei Ferrandino e da Giuliana Algeri con la rappresentazione della Basilica di N. S. dell'Orto.  
       G. Algeri scrive:
(...) " L'altare in marmo bianco alternato a verde di Polcevera, rosso di Francia e arricchito inoltre da intarsi in alabastro, si articola secondo l'uso tradizionale in tre parti principali, ciascuna delle quali risulta tuttavia amplificata mediante la duplicazione di ogni elemento compositivo. Così al basamento vero e proprio in marmo bianco, decorato solo dagli stemmi della famiglia, si sovrappone un'altra fascia intarsiata a motivi geometrici su cui poggiano le colonne laterali - due per parte - in marmo verde di Polcevera; analogamente il fastigio propone un doppio timpano spezzato che reca al centro una cartella con la figura di Dio Padre. La parte centrale dell'imponente "macchina" marmorea è occupata da un rilievo con sei angeli che sorreggono una cornice all'interno della quale è contenuta l'immagine miracolosa della Madonna dell'Orto, che i Costaguta avevano ottenuto di collocare sul proprio altare. (...) [1]
    Nel progetto della nuova sistemazione del presbiterio,  secondo le indicazioni contenute nei documenti post-conciliari della Chiesa Cattolica,  nel 1982 la Curia di Chiavari, in accordo con il Capitolo della Cattedrale, affidò a Pietro Solari, scultore (Chiavari, 13 marzo 1910 - Lavagna, 22 luglio 1992) l'incarico di realizzare il paliotto dell'altare "versus populum".


P. Solari, Cattedrale di Chiavari, altare maggiore, paliotto, panello frontale in bronzo, 1982.
(Foto in b/n di E. Panzacchi)

      I temi scelti e rappresentati per l'opera sono ispirati e tratti dalle Sacre Scritture. Essi sono: la Predicazione di Cristo e l'Ultima Cena  nel panello centrale; Il sacrificio di Isacco e la Crocifissione nei panelli laterali.[2]

P. Solari, Cattedrale di Chiavari, altare maggiore, paliotto, panelli  laterali, in bronzo, 1982.
(Riproduzione dalla rivista La Madonna dell'Orto, Rapallo n1-2 gennaio-giugno, 1983, pag.16.)
      U. Carreca ha scritto:
(...) " Opere bronzee come bronzei sono i nuovi rilievi che ornano da qualche giorno l'altare maggiore del nostro maggiore tempio. Vi figurano nella parte centrale la predicazione di Cristo in Galilea e l'ultima cena con gli apostoli; nei lati, a sinistra il virtuale sacrificio di Isacco figlio di Abramo e a destra la dolorosa pagina finale della vita terrena del Salvatore: la Crocifissione. Sono tutti pannelli in finissimo bronzo, in una perfetta fusione" (...) [3]



Altare maggiore della Cattedrale di Chiavari, la Consacrazione episcopale di Mons. C. Sanguineti, 9 gennaio 2016.
(Foto di E. Panzacchi)



                                                           
Note:

[1] cfr. G. Algeri, Giuseppe e Giovanni Battista Ferrandino, (a cura) di L. Pessa e C. Montagni La chiesa di san Francesco e i Costaguta, (catalogo della mostra), Genova, ed. Sagep, 1987, pp. 105-106; G. Algeri, La Basilica della Madonna dell'Orto, Chiavari, ed. Internòs, 2010, pp. 41 - 43; 106.
[2] cfr. Genesi, XXII,1-18; Esodo, XII, 8-14; XIII, 14-16; Deuteronomio, XXVI; Giovanni, 6, 60-69; Giovanni, 19, 17-22.
[3] cfr. U.Carreca L'altare nuovo nel duomo di Chiavari, in La Madonna dell'Orto, (la rivista della Cattedrale), Rapallo, n 1-2 gennaio-giugno 1983, p.15.





mercoledì 6 gennaio 2016

Il restauro della facciata neoclassica di Santa Maria di Nazareth a Sestri Levante

     
    Prossima al sito dove sorgeva una cappella del XIV sec. - dedicata a N. S. di Loreto e appartenente alla vicina parrocchia di S. Nicolò - fu edificata, tra il 1604 e il 1616, la chiesa di Santa Maria di Nazareth a Sestri Levante. In vernacolo ligure è stata denominata "a gexâ gianca" (la chiesa bianca). Il disegno dell'edificio fu eseguito da Gio Batta Carlone [1].

   Intorno al 1840  - su progetto dell'architetto Giambattista Prato - fu ristrutturata la facciata, con l'aggiunta del pronao [2].

 Basilica di S.Maria di Nazareth, 52° Raduno delle Confraternite liguri, Sestri Levante,  2014. 
(Foto di E. Panzacchi) 
    Egli addossò la nuova struttura lasciando ai lati i due campanili. Disegnò il prospetto con pilastri (sostituiti nel 1955 da quattro colonne) e capitelli ionici sormontati dall'architrave sotto il frontone. Questa composizione si rifà al modello neoclassico e, in particolare, all'opera svolta in ambito genovese da Carlo Barabino.


Basilica di S.M. di Nazareth, pronao in restauro, Sestri Levante,  2015  (Foto di E. Panzacchi)
     L'attuale intervento di restauro conservativo ha l'obiettivo di eliminare le infiltrazioni di umidità provenienti dall'alto (pareti dei campanili), causa del distacco di parti del soffitto del pronao [3]. 


                                                                                      
Note:

[1] cfr. notizie storiche sul sito www.maranatha.it/chieselocali/Naz/NazHm01Page.htm  (a cura) di Alberto Fazzeri.

[2] L'architetto Giambattista Prato è attivo nella prima metà del sec. XIX. A Chiavari ha realizzato i progetti del Palazzo Vescovile (1833) e del Conservatorio delle Gianelline a mare con annessa chiesa (1837). cfr. Luigi Sanguineti, Nostra Signora dell'Orto, Rapallo, 1955, p. 216,233.

[3] L'intervento di restauro è curato dall' arch. Cristina Gandolfo coadiuvata dal Geom. Marco Barrani, dal Geom. Fabio Quadri e dall'Ing. Angelo Denevi.