domenica 20 maggio 2018

I dipinti di Antonio Orazio Quinzio in S.Bartolomeo di Ginestra a Sestri Levante


    Nel contesto pittorico interno della chiesa di S. Bartolomeo di Ginestra in Sestri Levante, i dipinti eseguiti nel 1918-1920 da Antonio Orazio Quinzio (figlio primogenito di Giovanni Quinzio), rappresentano un'innovazione tematica e stilistica rilevante, in relazione al progetto artistico presentato nel 1914 da Giovanni Stura [1].


Interno della chiesa di S.Bartolomeo di Ginestra, Sestri Levante, (Foto di E. Panzacchi)

   La prima parte del progetto fu realizzata nel presbiterio e nell'abside. Essa mise in luce un complesso di scelte tematiche e compositive di tipo accademico, connotate da un'impostazione statuaria e manieristica. Nonostante la maestria dei pittori Bracco-Corio, i dipinti furono criticati, per l'eccesso di figure (profeti, angeli, papi) convenzionali [2]. 

Bracco-Corio, Figura di Papa, frontone sinistro del presbiterio, 1916.
(Foto di E. Panzacchi)

    La discussione sulla scelta dei soggetti e la richiesta di modifiche al progetto, compromisero i rapporti con Giovanni Stura. I lavori di pittura furono sospesi da luglio 1916 a luglio 1918. Nel frattempo (1917) fu definito e messo a concorso il tema da affrontare per la cupola: "Glorificazione di Nostra Signora sotto il titolo del Soccorso e apoteosi di S. Bartolomeo"  [3].
   Nel 1918 - anno di svolta e di ripresa dei lavori - fu interpellato Antonio Orazio Quinzio (Genova, 04/03/1856-Genova-Pegli, 10/06/1928), cui si affidò l'incarico di dipingere i peducci della cupola [4].

   Il pittore genovese cambiò l'impostazione dello Stura. Al posto di figure allegoriche, dipinse i quattro Evangelisti (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), in primo piano e in alcuni punti sopra le linee dell'ornato, accanto ai loro corrispondenti simboli (Angelo, Leone, Bue, Aquila) sullo sfondo [5].

  Terminati questi dipinti, egli ebbe subito l'incarico per i lavori di pittura della cupola, ma fu costretto a rinviare l'inizio dell'opera all'anno seguente (1919), a causa dell'epidemia spagnola [6].

A.O. Quinzio, Incoronazione di Nostra Signora del Soccorso,
Chiesa di S.Bartolomeo di Ginestra, presbiterio, affresco, 1918.
(Foto di E. Panzacchi)

   
Antonio Orazio Quinzio profittò dell'interruzione per eseguire nel presbiterio, "in cornu Evangelii", un dipinto a soggetto storico, raffigurante il rito dell'"Incoronazione di Nostra Signora del Soccorso", avvenuto il 15 settembre 1771 [7]. 


Cupola della chiesa di S. Bartolomeo di Ginestra, 1919-1920, affresco, Sestri Levante,
(Foto di E. Panzacchi)
    Nell'estate del 1919 Antonio Orazio Quinzio iniziò a dipingere la cupola. Ispirandosi alla "scuola genovese" dell'affresco - rappresentata principalmente nel XIX secolo da Francesco Gandolfi, Nicolò Barabino e Francesco Semino - si affidò ad un’illusionismo libero da partiture geometriche. Egli compose il dipinto intorno a vortici di figure in volo, ottenendo  un effetto di largo respiro, di leggerezza, e di continuità con lo spazio concreto della chiesa sottostante [8]. 


Note:
                                                                              

[1] Su progetto di Giambattista Prato (1838), la chiesa fu ricostruita tra il 1838 e il 1855, su quella preesistente. Oltre alla decorazione pittorica del progetto artistico di Giovanni Stura (realizzato nel 1915-1916) e ai dipinti di Antonio Orazio Quinzio (eseguiti nel 1918-1920), l'interno della chiesa presenta diverse opere di Giulio Corio (eseguite tra il 1920 e il 1961), un dipinto di Luigi Morgari (1920) e di Giorgio Matteo Aicardi (1947)cfr. S. BARTOLOMEO DI GINESTRA, (a cura del Cons. Amm. Parr.), 1988, pp., 239-271; 276-28. 

[2] Titolare di un'impresa insediata a Torino, Giovanni Stura fu pittore e direttore dei lavori in diverse chiese. Del suo progetto di decorazione generale, fu approvata la parte riguardante la campata, compresa tra l'arco e la cupola, il presbiterio e il coro. I lavori furono eseguiti nel 1915-1916 dai decoratori Gaffino e Lanfranco e dai pittori Bracco e Corio. cfr. A.A. V.V., ibid., pp., 243-246.
Sul frontone del presbiterio, Giulio Corio propose di dipingere le figure dei due Papi con colori diversi, anziché con la stessa tinta dell'ornato cfr. A.A. V.V., ibid., p 248.

Per rendere meno convenzionali queste figure, si prese a modello il volto di persone del luogo, come testimoniano alcuni discendenti diretti (pronipoti abiatici) di  Domenico Valentino, per la figura di papa sul frontone sinistro ( Prof.ssa Paola Maria Valentino, Sig.ra Mariapaola Brignardello e Sig. Luigino Costigliolo).


Domenico Valentino, Villanova
d'Asti, 29/03/1848 - Sestri Lev.
22/02/1921. (Cimitero di S. Bar-
tolomeo della Ginestra).

[3] La devozione alla Madonna del Soccorso fu introdotta dai Gesuiti nel 1715. Nel corso della missione sul territorio di Sestri Levante essi consegnarono uno stendardo della Vergine, la cui immagine è ricavata da un prototipo del pittore Giovanni Battista Salvi (Roma, 1609-1685), detto il "Sassoferrato". 
cfr. A.A. V.V., ibid., p 94, n.2;
cfr. anche Giovanni Meriana, Santuari in Liguria, Le province di La Spezia e Genova, Genova, Ed. Sagep, 1987, p. 81-82.

[4] Su indicazione del pittore Giovanni Bevilaqua, la committenza - costituita dal Parroco (Giovanni Battista Cafferata) coadiuvato dalla Fabbriceria e da un Comitato -  prese contatti con Antonio Orazio Quinzio, cfr. A.A. V.V., ibid., p. 253.

[5] Lo Stura aveva predisposto la preparazione di alcuni bozzetti: i quattro Evangelisti da dipingere sulle pareti delle cappelle laterali maggiori; "La gloria di S. Bartolomeo" per la cupola e quattro figure allegoriche (Fede, Speranza, Carità e Religione) per i peducci. cfr. A.A. V.V., ibid., p. 248, p.253, n. 5.

[6] L'epidemia colpì gravemente anche la famiglia Quinzio. Nella fine del 1918 Antonio Orazio Quinzio perse il padre Giovanni di anni 86, i  fratelli più giovani Tullio Salvatore di anni 60 e Antonino Pietro (Peter), di anni 51.

[7] Il dipinto fu commissionato dal sacerdote Gian Battista Toso, parroco di Moneglia. cfr. A.A. V.V., ibid., p. 255.

[8] La cupola ha una pianta ellittica (perimetro m. 32). cfr. A.A. V.V., ibid., p. 254.