I capolavori della “pittura analitica” di Gianfranco Zappettini
(Genova, 1939. Vive e lavora a Chiavari) sono stati esposti al pubblico, dal 15
maggio al 21 giugno scorso, presso il Janus Pannonius Mùzeum a Pecs in Ungheria.[1]
Si susseguono
a ritmo sostenuto gli eventi espositivi
del fondatore - con Winfred Gaul e Klaus Honnef – della Pittura
Analitica. Dopo la mostra “Sinfonia in bianco”, presso la E3 arte
contemporanea, tenutasi a Brescia dal 7 marzo al 7 maggio e la sopraddetta antologica
a Pecs, oggi (fino al 10 luglio) la personale alla MAAB Gallery Michael Biasi a
Milano. In quest’ultima è presentata una
selezione delle opere dal 1966 al 1971, precedenti al periodo analitico.
Nel museo
fondato da Victor Vasarely a Pecs sono stati presentati i quadri “bianchi” risalenti
agli anni ’70, i “rossi” appartenenti
alla serie “La trama e l’ordito” e i più recenti basati essenzialmente sull’elemento simbolico
e metafisico.
G. Zappettini, La trama e l'ordito, n.10, 2010, resine e acrilico su tela, cm. 80 x 80. (Foto da www.museodeibozzetti.it) |
Zsolt Sandor -
curatore del catalogo insieme a Joszef Sarkany
- ha scritto:
(…) “Nella prima metà degli anni Settanta Zappettini fu
tra quegli artisti impegnati nel reinventare il linguaggio della pittura e
ristabilire i fondamentali dell’astrazione. Scomparire o reinventare, nella
lettura che ne diede Zappettini, non ci fu una terza opzione per dipingere: o
rassegnarsi e lasciare la strada all’arte concettuale, o riscoprirsi e tornare
di nuovo al centro dell’arte. Dedicò il suo lavoro a mantenere viva la
pittura, perché credeva che non fosse solo una missione, bensì anche un
dovere”. (…) [2]
Note:
[1] cfr. Paola Pastorelli, L’arte di Zappettini alla
conquista dellEuropa, in Il Secolo XIX, Genova, levante, 15/05/2015, p.25.
[2] Per approfondire: www.fondazionezappettini.org