venerdì 18 agosto 2017

Il restauro del Crocifisso ligneo della chiesa di N.S. del Ponte a Lavagna



   Il Crocifisso ligneo del XVIII secolo. - attribuito per convenzione a Anton Maria Maragliano è stato restaurato e ricollocato nella chiesa di N.S. del Ponte di Lavagna, il 29 giugno scorso [1].    

A.M. Maragliano (?), Crocifisso, (dopo il restauro), legno scolpito e dorato, XVIII secolo.
(Foto di E. Panzacchi)


    La comunità parrocchiale - candidata al bando " La grande Scuola di Anton Maria Maragliano", della Compagnia di San Paolo di Torino - ha ottenuto un contributo del 60% per il restauro dell'opera, realizzato da Eleonora Parodi.

     L'intervento è consistito principalmente nella rimozione della polvere e dello sporco che si era depositato negli anni, sia sul supporto della croce che sulle superfici scolpite e nell'eliminazione degli insetti xilofagi (tarli) che provocavano il progressivo deterioramento del materiale ligneo. Durante questo procedimento si è potuto rilevare e rimuovere - ha spiegato la restauratrice - uno "strato sovrapposto di ri-gessatura e di ri-coloritura" che copriva in parte la pellicola dipinta e dorata, alterandone l'originale cromia.  







     La ricerca in corso di documenti autografi (su programma del DIRAAS dell'Università agli Studi di Genova), potrà fornire ulteriori elementi di conoscenza riguardanti l'autore/i, la committenza e la provenienza di quest'opera. 

Note:
                                                                 

[1] cfr. P. Raffo - A. Vernengo, N. S. del Ponte, Chiavari, 1982, pp. 59-61.



venerdì 14 luglio 2017

Modigliani: opere contestate nella grande mostra di Genova.


   Palazzo Ducale ha deciso la chiusura anticipata dell'esposizione.


   Due mesi dopo l'inaugurazione della mostra monografica Modigliani Palazzo Ducale, Genova, 16 marzo - 16 luglio 2017, il collezionista ed esperto d'arte Carlo Pepi ha presentato un esposto, in cui dichiara i suoi dubbi sull'autenticità e sull'attribuzione di alcune opere in catalogo. La Procura di Genova ha aperto un fascicolo, ipotizzando il reato di "violazione del codice dei beni culturali e paesaggistici". Sono state ordinate due perizie tecniche. Inoltre, una denuncia di opere false, è stata inviata a Palazzo Ducale da Marc Ottavi, autore di un catalogo di pubblicazione prossima, su Moïse Kisling pittore.

    Gli organizzatori della mostra (Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Mondo Mostre Skira) hanno motivato le scelte operate e i curatori (Rudy Chiappini, Stefano Zuffi e Dominique Vieville) hanno risposto prontamente alle accuse, presentando un dossier contenente la documentazione probante l'autenticità delle opere esposte.

 A fronte degli accertamenti investigativi ancora in corso, disposti dalla magistratura, Palazzo Ducale ha deciso la chiusura anticipata della mostra (14 luglio 2017), riservandosi di tutelare in ogni sede i propri diritti e la propria immagine [1].
     
   I dipinti posti in questione da Carlo Pepi sono: "Cariatide rossa" (verso), "Gli sposi" (recto), "Ritratto di Chaim Soutine", "Nudo disteso" 25 (id. 118), "Ritratto di Moïse Kisling" (disegno), "Testa di donna dai capelli rossi", "Ritratto femminile", "Ritratto di donna" (Maria) "Testa di donna" (Hanka Zborowska) 42 (id. 90)"Ritratto di Hanka Zborowska".

   Inoltre, il collezionista ha segnalato tre nature morte, attribuite a Moïse Kisling. Esse sono: "L'atelier di Moïse Kisling con sullo sfondo il Nudo accovacciato (di Modigliani)"; "L'atelier di Moïse con sullo sfondo una delle teste scultoree (di Modigliani)"; "L'atelier di Moïse  con sullo sfondo il ritratto di Moïse Kisling (di Modigliani)". Dato il rapporto di profonda amicizia e di stretta collaborazione tra i due artisti (Modigliani - Kisling), per almeno una di esse, è stata ipotizzata dai curatori della mostra, l'esecuzione del dipinto a quattro mani.

42 (id. 90) A. Modigliani, Testa di donna,(Ritratto di Hanka Zborowska ?), (1917). 
olio su tela, 54,5 x 37 cm. Collezione privata.
   
   Amedeo Modigliani (Livorno,1884 - Parigi, 1920) "sembra fatto apposta per essere falsificato" (Vittorio Sgarbi) [2]. Si ripropone quindi il problema della provenienza incerta e del diritto di autenticazione di sue opere, in gran parte costituite da disegni e da dipinti. La propensione dell'artista per la scultura, spesso non poté esplicarsi per motivi economici e di malattia polmonare.

  La pittura di Modigliani è caratterizzata dalle de-formazioni dei volti nei ritratti, dalla sensualità delicata e composta nei nudi femminili, dalla luce resa con semplici colori locali e dal volume delle figure e degli oggetti. Questi elementi sono percepiti immediatamente dall'occhio dell'osservatore, i cui significati configurano la cifra poetica dell'artista labronico [3].


    Ritornando al problema sopra accennato, nell'attuale sistema globale della  riproducibilità tecnica dell'opera d'arte, per il consumo e la comunicazione visiva di massa, le sofisticazioni e le contraffazioni non dovrebbero sfuggire agli occhi degli esperti e al controllo della comunità scientifica. Tuttavia, in questo genere di questioni, pur essendo la parte tecnica collegata a quella giuridica e sociale, ai fini della connotazione di "falsità", esse non vanno confuse [4].

   Nella memoria collettiva è rimasto impresso ciò che accadde nel 1984, quando furono trovate, nell'alveo del Fosso Reale di Livorno, tre teste scolpite, credute degli originali autografi dell'artista. Al contrario, esse furono rivelate delle copie, di cui una realizzata per burla con il "black & decker ®" da tre studenti livornesi.

     Ad occuparsi delle opere di Modigliani, fin da quando egli era in vita, furono per primi i mercanti d'arte e i collezionisti (Paul Alexandre, Paul Guillaume, Leopold Zborowski). Dopodiché, fino alla sua scomparsa, se ne fece carico la figlia dell'artista Jeanne, nata dalla relazione con Jeanne Héputerne. Attualmente, oltre ad Anne e Laure Nechtschein (nipoti abiatiche del pittore), sono interessati altri soggetti, come Casa Natale Modigliani (Carlo Pepi fu responsabile degli archivi legali fino al 1990), il Modigliani Institut Archives Legales di Parigi-Roma (presieduto da Christian Gregori Parisot) e l'Institut Modigliani-Kisling (diretto da Jean Kisling).      

     Tra i cataloghi delle opere di Modigliani - redatti da noti autori (A. Ceroni, O. Patani, C. Parisot, J. Lanthemann) - le case d'asta e gli studiosi considerano tuttora affidabile  Le Catalogue de l'Oeuvre Peint de Modigliani di Ambrogio Ceroni, pubblicato nel 1965. Esso comprende 337 opere dell'artista. Lo studioso francese Marc Restellini (allievo di Philippe Cazeau) ha annunciato la pubblicazione prossima di un suo catalogo ragionato, comprendente un centinaio di opere in più (tra dipinti e disegni), rispetto a quello succitato.


25 (id. 118) A. Modigliani, Nudo disteso, (Ritratto di Céline Howaard),(1918 ca)., 
olio su tela, 65 x 100 cm., Svizzera, collezione privata

    In vista di appuntamenti significativi - come la mostra, presso la Tate Modern a Londra (in programma dal 23 novembre 2017 al 2 aprile 2018) e la realizzazione del progetto digitale la "Mostra impossibile Modigliani" (previsto nel 2020 a Spoleto, per il primo centenario della morte dell'artista), l'interesse del pubblico e le quotazioni di mercato delle sue opere continuano a salire (100 mila visitatori per la mostra a Palazzo Ducale di Genova e 170,4 milioni di dollari per uno dei più celebri dipinti, il  Nu couché, venduto nel 2015 a New York da Christie's).



Note:
                                                                             

[1] Mariastella Margozzi, incaricata di svolgere una prima perizia, ha avanzato dei dubbi sull'autenticità di alcune opere. Isabella Quatrocchi, nominata per ulteriori approfondimenti, sta ancora studiando il caso. La Procura di Genova ha decretato il sequestro di 21 opere, da cui saranno prelevati dei campioni di  pigmenti pittorici, onde poter effettuare gli accertamenti scientifici. Tre persone - esterne a Palazzo Ducale - sono indagate per falso di opere d'arte, truffa e ricettazione. 

[2] cfr. L. Fiorentino, Modì, perseguitato dai falsi, in Corriere Fiorentino, Firenze, 27/05/2017.

[3] cfr. V. Sgarbi, Davanti all'immagine, Milano, Rizzoli, 1989, pp.180-182; R. Arnhein, Arte e percezione visiva, Milano, Feltrinelli, 1971, pp. 262, 339.

[4] cfr, C. Maltese, Guida allo studio della storia dell'arte, Milano, Mursia, 1975, cap. V, pp. 73 - 79. Nonostante l'evoluzione scientifica e tecnica negli ultimi decenni, rimane valida l'impostazione metodologica dell'autore.


 

mercoledì 31 maggio 2017

La piazzetta intitolata a Francesco Falcone scultore

   Il largo adiacente a viale E. Millo a Chiavari -  dopo la piazza di San Giacomo di Rupinaro - è stato recentemente intitolato a Francesco Falcone, scultore. Egli nacque al terzo piano del palazzo, facente angolo con suddetta piazza, il 14 febbraio 1892, da Andrea, artigiano ebanista e Maria Sanguineti.  Sul muro posteriore, che si affaccia sulla piazzetta, è stato collocato un suo bassorilievo, donato dalla figlia Rosalba Falcone al Comune di Chiavari. 


F. Falcone, Madonna dell'Orto, bassorilievo in ceramica, cm. 50 x 32, 1940 ca.
 (Foto di E. Panzacchi)


   Nella toponomastica della città, questo sito - caratterizzato da un'antica fontanella -  ha preso la denominazione di "Largo/ Francesco Falcone/ 1892 - 1978/ scultore".

    Nell'opera in bassorilievo è rappresentato un soggetto iconografico  venerato a Chiavari da oltre cinque secoli: la Madonna dell'Orto, oggi patrona della città e della diocesi. Falcone ne produsse una serie, i cui multipli, hanno trovato collocazione nelle facciate dei palazzi, all'interno delle abitazioni e sulle lapidi delle opere funerarie [1].

    Nell'intervista all'emittente Telepace - rilasciata nel corso della cerimonia d'inaugurazione del largo - la figlia dello scultore ha annunciato che, presso il Museo "Il Cassero per la scultura" di Montevarchi in provincia di Arezzo, sarà allestita prossimamente una sala, dove saranno esposte delle sue opere.





Note:
                                                               

[1] F. Sborgi, Francesco Falcone e Rodolfo Castagnino,(a cura di) Franco Ragazzi, Cento Anni di Scultura a Chiavari fra '800 e '900, Genova, ed. Sagep, 1993, pp. 64 - 68; 128 - 139.



domenica 5 marzo 2017

Gianluigi "Didi" Coppola in un'antologica a Chiavari


    A quasi due anni dalla scomparsa di Gianluigi "Didi Coppola" (Chiavari, 16/04/1928 - Genova, 24/08/2015), il Tigullio ha voluto rendergli omaggio con la mostra antologica. "A pennello". Essa è stata promossa - su iniziativa della famiglia - dalla Società Economica in collaborazione con il Comune di Chiavari. Patrocinata dalla fondazione Arnaldo e Alberto Mondadori con il contributo di Sergio Bonelli editore e di Latte Tigullio. L'esposizione è stata Inaugurata il 18 febbraio scorso e resterà aperta al pubblico fino al 19 marzo. 


G. Coppola, 2000, disegno acquarellato, cm. 50x35, Chiavari, "Il passeggio "
(Foto di E. Panzacchi)

    La rassegna delle sue opere - curata da Ferruccio Giromini, coadiuvato da Pablo Pagès e Bruno Ronco, per l'allestimento - è stata organizzata in due sedi espositive [1]. Nelle cinque sale del piano nobile di Palazzo Ravaschieri è rappresentato il suo percorso artistico. Dopo aver frequentato il liceo artistico "N. Barabino" di Genova, approda a Milano come fumettista. Successivamente si stabilisce a Londra, per svolgere attività nel settore dell'illustrazione editoriale. Alla fine degli anni '70 ritorna a Chiavari. Nelle tre sale del piano nobile di Palazzo Rocca sono esposte le opere collegate a eventi ("Carnevaleide" e "Balnearia") a luoghi  e a personaggi chiavaresi. 


G. Coppola, 1998, disegno acquarellato, Chiavari, "Gli insorti atterrano l'Albero della libertà" (1797).
(Foto di E. Panzacchi)

    Gianluigi Coppola è stato un artista eclettico (disegnatore, illustratore, grafico e pittore) che nella sua carriera figurativa, durata 65 anni, ha sempre ottenuto s
uccesso. Nel fumetto sono note le sue storie di Martin Mystère  e Dilan Dog per la casa editrice Bonelli; nell'illustrazione le copertine di classici, gialli e romanzi per varie case editrici (Corgi, Fontana, Collins, Pan, Granada, Mondadori, Cideb); nella pittura i ritratti di personaggi (alcuni in chiave caricaturale) e i dipinti di navi.  Nel 1988 è stato co-fondatore con Renzo Calegari ed Enrico Bertozzi, della Scuola Chiavarese del Fumetto.


G. Coppola, 1986, illustraz. per Chiavari è, Sagno Editore, cm. 48x35, "Albergo Ristorante Monte Rosa".
(Foto di E. Panzacchi)

       Nel catalogo - dopo l'analisi delle opere e del  percorso artistico -  F. Giromini   scrive: [2]
« Le ragioni del suo continuo successo professionale? La qualità pittorica e narrativa del suo disegno riesce ad essere assieme familiare e sorprendente. Il vigore e la naturalezza delle sue composizioni e delle sue atmosfere si lasciano intuire da ciascuno, e intanto solleticano il buon gusto degli occhi più acut». (...)
G. Coppola, 1981, Illustrazione per Piccole donne di Louisa May Alcott, A. Mondadori Editore.
(Foto di E. Panzacchi)

     

 Note:
                                                              

[1] F. Giromini, "A pennello" L'opera in immagini di Gianluigi "Didi" Coppola (1928-2015), catalogo,  Stampa.        B.V.P. Città di Castello, Perugia, 2017, 80 figg.,  pp. 96. 
[2] F. Giromini, id. , p. 13.