domenica 5 giugno 2016

Lo spettacolo di Vittorio Sgarbi al Teatro Cantero di Chiavari



Storia e affabulazione sulla vita e la pittura di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571 - 1610)




     La conclusione della terza edizione del Festival della Parola di Chiavari (29 maggio 2016) è stata contrassegnata dallo spettacolo di e con Vittorio Sgarbi. Il popolare critico della storia dell'arte ha intrattenuto il pubblico per più di due ore sulla vita e sulle opere del celebre pittore lombardo. La narrazione - alternata dalla musica dal vivo di Valentino Corvino -  è stata corredata dalla scenografia di Tommaso Arosio e dalla regia di Angelo Generali. 


      Sgarbi ha ricordato il contributo fondamentale  alla conoscenza e alla rivalutazione internazionale di Caravaggio offerto dal più grande critico d'arte del secolo scorso, Roberto Longhi, e le ampie rassegne organizzate in Palazzo Reale a Milano: Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi (1951) e I pittori della realtà in Lombardia (1953). 

     Sul palcoscenico Sgarbi ha trasfigurato la biografia del Caravaggio e i suoi quadri più significativi (circa la metà della sua opera) in fatti di straordinaria contemporaneità. Ha iniziato con  Pier Paolo Pasolini, confrontando i ragazzi di strada dei suoi film e i giovani plebei ritratti nei dipinti; poi i soggetti a tema religioso, La morte della Vergine e La conversione di S. Paolo, colti dall'artista nel momento in cui l'evento accade, come lo "scatto" del reporter fotografico. Ha proseguito con la seconda versione della Cena in Emmaus che, dopo l'omicidio, ha segnato una svolta. In conclusione due dipinti: Giuditta e Oloferne e Lo scudo con testa di Medusa, connessi al tormento del pittore che identifica se stesso carnefice e la sua vittima. Tutto questo intervallato dalla "musica di Caravaggio", eseguita da Valentino Corvino e ricavata dagli spartiti rappresentati nei suoi quadri. 



    Da notare l'entusiasmo che ha suscitato nel pubblico questo spettacolo, la soddisfazione degli organizzatori per l'ospite eccellente, nonché il compiacimento degli amministratori locali per le sue dichiarazioni sulla città di Chiavari: "tra i borghi più belli" [1].

        Così Vittorio Sgarbi, già alla fine degli anni '80 del secolo scorso,  descriveva la 'città dei portici'.


"Chiavari merita una visita attenta. Io vi ero attratto da una libreria antiquaria Flumen Dantis, che riuscii a vedere soltanto dall'esterno, in un palazzo le cui finestre aperte rivelavano scaffali misteriosi e ben ordinati. Ero arrivato il giorno prima per presentare un mio libro al festival dell'Unità, invitato da due gentili amici librai. Con loro visitai la città; ricordo oltre alle chiese (la solenne Cattedrale con tele Orazio De Ferrari e sculture di Anton Maria Maragliano, San Giovanni Battista con tele di Fiasella e di Giovanni Battista Carlone, l'Oratorio dei Filippini e la sconsacrata chiesa di S. Francesco), alcuni palazzi ancora dotati di quadrerie che vanno quindi segnalati come insiemi, più che l'importanza di un singolo quadro. Il Palazzo Torriglia, dai bei balconi, dove ha sede l'Azienda autonoma di soggiorno e turismo, il Palazzo in via Ravaschieri, che ospita la Società Economica; e più grande e sontuoso, il Palazzo Rocca, già Costaguta".[2] (...)


Note:
                                                                                 

[1] BADINELLI D. Visita di Vittorio Sgarbi a Chiavari: "Tra i borghi più belli", in il Secolo XIX, Genova, 01/06/2016

[2] SGARBI V. Palazzo Rocca Chiavari (Genova), in Tesori della Liguria visti da Vittorio Sgarbi, Genova, il Secolo XIX, s.d., scheda n. 31.