mercoledì 23 aprile 2014

Le stampe calcografiche della "Via Crucis" di Giovanni Job


        Dopo ventinove anni dall'esposizione della "Via Crucis", Giovanni Job (Magnano, Udine, 1950), ripropone questo tema nell'installazione a Palazzo Rocca di Chiavari, curata da Enrico Rovegno, con la musica di Roberto Frugone e i frammenti poetici di Carlo Striano. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 27 aprile.

G. Job, "Maddalena", calcografia, 1m. x 2, Palazzo Rocca, Chiavari.
(Foto di E. Panzacchi)

       Il percorso personale e doloroso dell'artista - contrassegnato dalle "stazioni" della Via Crucis - è costituito da 14 grandi stampe "alla maniera nera" (1 m. x 2) e da una scultura lignea. I personaggi (Pietro, Simone, Maddalena, Giuda ecc.) - tratti dai Vangeli - sono connotati nella  loro quotidianità e partecipano con naturalezza all'evento.

G. Job, "Giuda", calcografia, 1 m. x 2, Palazzo Rocca, Chiavari.
 (Foto di E. Panzacchi)
                                                                                   


Note biografiche:

   Nato a Magnano (Udine) nel 1950. Si trasferisce a Chiavari, dove frequenta l'Istituto Statale D'Arte. Si diploma presso la Scuola Grafica di Urbino. A Chiavari nel 1975  fonda una Stamperia D'Arte e nel 1980 promuove con altri artisti la fondazione del Consorzio Artigiano Ligure Artistico “C.A.L.A. Fieschi” a Sestri Levante. Dal 1975 partecipa a rassegne collettive in Italia e all'estero e tiene numerose mostre personali in cui svolge un suo particolare percorso indagando nella “memoria dell'arte”. Dal 1979 al 1982 si dedica alla realizzazione di opere per un poema surreale “Se ghe vedde, se ghe sente” che espone in diverse sedi. Sempre attento al linguaggio dell'incisione, ma proteso verso nuove forme espressive, nel 1985 presenta la "Via Crucis", ed esprime la sua forte sensibilità religiosa aderendo nel 1986 al Gruppo "Arte Redenta”. Dal 1998 al 2001 esegue i cartoni per le vetrate della Chiesa di S. Pier di Canne a Chiavari e realizza una serie di opere di carattere religioso in alcune chiese del Tigullio (Carasco, Borzonasca). Dal 1990  è docente di tecniche dell'incisione presso le Accademie di Belle Arti di Roma, Lecce, Napoli, Venezia, e  di Brera a Milano.

Per approfondire:

cfr. Carlo Chenis, La Biblia pauperum di Giovanni Job. Vetrate di S. Pier di Canne, Genova, Ed. De Ferrari, 2002.

giovedì 10 aprile 2014

Luiso Sturla: mostra personale alla Galleria Cristina Busi di Chiavari


Luiso Sturla è tra i protagonisti più attivi del movimento pittorico “informale”. Nato a Chiavari, trapiantato a Milano, non ha mai abbandonato le proprie origini, la sua terra e la tradizione espressa da molti artisti liguri, come Ganfranco Fasce e Tino Repetto.

(…) «Dopo un’esperienza nell’ambito del Mac,  di matrice razionalista, nella seconda metà degli anni Cinquanta, aderisce con piena intensità alle esperienze dell’esistenzialismo informale». (…) [1].

Oggi l’artista si propone con una mostra personale alla Galleria Cristina Busi di Chiavari. Essa si ispira e prende il nome  dal titolo di un  racconto di Claudio Nembrini, dell’omonima raccolta: “La farfalla e la rosa”.[2] 

I soggetti delle sue opere sono il mare, il suo giardino, il fiume Entella, gli insetti, le rose e le farfalle.

L. Sturla, “La farfalla e la rosa”, olio su tela,  cm 130 x 130, 2014,
 (Foto di E. Panzacchi)

Nel 2003 l’artista rivelava a Franco Ravasi:(…) «Oggi sembra quasi che ci si debba vergognare a dipingere qualche cosa di bello e a dipingerlo bene. C’è qualcuno che abbia ancora voglia di dipingere rose? A me capita: la dipingo con il dovuto sentimento, poi la raschio, la tormento, a momenti la cancello. Deve vedersi appena: è una storia mia che devo raccontare con pudore». (...) [3].

Chiavari, 05/04/2014, Galleria Cristina Busi, Inaugurazione della mostra,
 (Foto di E. Panzacchi).




                                                  

Note biografiche: 
    Nato a Chiavari nel 1930. Studia al Liceo Barabino di Genova. Con Vittorio Ugolini, Bartolomeo Sanguineti fonda il gruppo “I pittori del Golfo”. Insieme a loro, inizia il viaggio verso l’arte astratta. Nel 1953 aderisce al M.A.C.(Movimento Arte Concreta), entrando in contatto con i più importanti pittori astrattisti dell’area milanese. Nel 1958 entra a far parte del gruppo “Numero” di Firenze. Nel 1960 è a New York dove ha modo di approfondire la conoscenza dell’arte e degli artisti americani. Stringe rapporti di amicizia con Gregory Corso, Michael Goldberg e Larry Rivers. Nel 1962 si trasferisce definitivamente in Italia. Da allora vive e lavora a Milano e a Chiavari.

Note:
[1] cfr. F. Sborgi, “Aspetti dell’informale in Liguria”, in  catalogo della mostra , Palazzo Reale,Teatro del Falcone, Genova, luglio - agosto 1981.
[2] cfr. C. Nembrini, “La farfalla e la rosa”, Milano, Mursia, 2013, pp. 178.
[3]  cfr. F. Ravasi, “Luiso Sturla – Il qui e l’altrove”, in catalogo della mostra, Palazzo Diotti, Casalmaggiore (Cremona), marzo-aprile 2003.