mercoledì 5 febbraio 2014

L’ingegno architettonico di Francesco Chiarella



     Di regola un ingegnere cura soprattutto le infrastrutture e gli aspetti costruttivi di un edificio, poiché quelli estetici sono di competenza dell’architetto e/o degli artisti in genere.

    Per Francesco Chiarella (Chiavari, 7 maggio 1916 - 10 settembre 1985)  l’elaborazione del progetto doveva essere affrontata in modo unitario, fino all'esecuzione e all'uso dell’edificio. A capo della sua impresa edile, egli dimostrò che ciò era possibile, seguendo in prima persona la costruzione ed il restauro architettonico di numerose chiese e palazzi dislocati nel territorio del Tigullio e della provincia di Genova.

Cogorno (Ge.), L’edificio del Centro Professionale di Cogorno, lato nord,  in costruzione, 1960.


Cogorno (Ge.), Il complesso del Centro Professionale di Cogorno, lato nord-est, oggi. 
                                     
      Fra le sue opere più importanti segnalo il Centro Professionale di Cogorno, il Centro di Sampierdicanne a Chiavari (a lui intitolato) e i lavori di restauro interno (a cura dell' arch. Edoardo Mazzino) della Basilica dei Fieschi di S. Salvatore, nel comune di Cogorno. 

        Cogorno (Ge.), Basilica di S. Salvatore dei Fieschi, presbiterio, sec. XIII, inizio 1244.
 (Foto di E. Panzacchi)

      A contatto continuo con le maestranze, sapeva valorizzare l’opera di tutti e soddisfare le esigenze del committente, come scrisse Ferdinando Negri:“(…) voleva che decidessi in stretta collaborazione con lui, sebbene io fossi ignaro di strutture architettoniche”. [1]
   
      Dopo la professione e gli affetti alle persone più care, F. Chiarella amava la montagna. Da vero alpinista, aveva scalato le cime delle Apuane, dell'Appennino Ligure e delle Alpi. Per questo motivo, il C.A.I. di Torino volle intitolargli - dopo la sua scomparsa -  il rifugio di Amianthe (alt. 2979 mt.), costruito nel 1975-76 dalla sezione di Chiavari del C.A.I. sulle Alpi Pennine, nel comune di  Ollomont (AO).


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[1] Francesco Chiarella fu tra i primi amici di Ferdinando Negri, più conosciuto come "don Nando", fondatore del Villaggio del Ragazzo. cfr. Federico Canale, [a cura di] Mezzo secolo di Villaggio, Chiavari, 1998, p.41.               


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