Fino al 14 giugno presso la Galleria d’Arte Moderna di Nervi (Genova) saranno in mostra sei opere provenienti dal Museo d’arte di Ravenna: Klimt, Baccarini, Bassi e Salietti in cambio di sette opere prestate alla Galleria d'Arte Moderna di Ravenna, in occasione della mostra "Il Bel Paese. L’Italia dal Risorgimento alla Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi".
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A.Salietti, Veduta di Chiavari, 1923, in mostra alla Galleria d’Arte di Genova Nervi.[1] |
Nello spazio dedicato al
Novecento viene rievocato l’ambiente ligure in due vedute di Chiavari di Alberto Salietti (Ravenna,1892 – Chiavari,1961): una alla Galleria d’Arte
Moderna di Genova Nervi, "Ospiti in bella mostra", datata 1923; l’altra, presso il sopraddetto museo marchigiano, datata 1934 .
Nel confronto fra l'immagine della veduta pittorica di Chiavari e quella fotografica attuale, il lettore può osservare le trasformazioni del paesaggio, cogliendo gli elementi naturali di continuità e l'inserimento antropico di nuove costruzioni ( p. e. colonia Faro) e dei veicoli privati di locomozione.
Nel confronto fra l'immagine della veduta pittorica di Chiavari e quella fotografica attuale, il lettore può osservare le trasformazioni del paesaggio, cogliendo gli elementi naturali di continuità e l'inserimento antropico di nuove costruzioni ( p. e. colonia Faro) e dei veicoli privati di locomozione.
Note
biografiche:
Nel 1904 Salietti
abbandona Ravenna per trasferirsi a Milano dal padre, decoratore murale. Si
iscrive e frequenta l'Accademia di Brera fino al 1914. E' allievo di Giuseppe
Mentessi e di Cesare Tallone. Dopo un inizio di attività come grafico e illustratore,
si dedica per tutta la vita alla pittura.
Nel 1920 espone alla Biennale di
Venezia. La sua partecipazione a questa rassegna prosegue ininterrottamente
fino al 1952. Nel 1922 espone a Milano con Malerba, Funi, Dudreville, Carrà e
Casorati alla "Mostra di pittura e scultura italiana contemporanea"
alla "Bottega di Poesia". Nel 1923 entra nel gruppo del “Novecento
Italiano” divenendo segretario del Direttivo del Movimento. Espone alle mostre
milanesi del 1926 e 1929 e a tutte le rassegne di “Novecento” in Italia e
all'estero, a Lipsia, Ginevra, Oslo, Buenos Ayres.
Allestisce una personale nel 1931 alla galleria Pesaro di Milano.
Partecipa a tutte le mostre del Sindacato regionale lombardo e alla IV mostra
nel Palazzo del Podestà di Bologna. Esegue affreschi in due nuovi palazzi a
Milano: dell’Arte e di Giustizia. È membro del Consiglio Superiore per le
Antichità e Belle Arti dal 1933 al 1936.
Partecipa alle Quadriennali di Roma
nel 1935, 1939, 1943,1951-52, 1955-56, 1959-60; all'esposizione di Budapest e
al Carnegie Institute di Pittsburgh nel 1936, all'Esposizione mondiale di
Parigi nel 1937. In estate trascorre lunghi soggiorni nella riviera ligure di
Levante. Nel 1941 si stabilizza a Chiavari. Vince il Premio Marzotto nel 1955 e
il Premio del Comune di Milano nel 1959.
Le
sue opere sono esposte in pubbliche gallerie: a Roma (Gall. naz. d'arte mod. ;
Gall. Mussolini); a Firenze, Milano, Torino, Berlino, Zurigo, Monaco, Berna,
Montevideo, Cleveland, Mosca, Parigi e Varsavia; a Chiavari (Collezione di Palazzo
Ravaschieri e Galleria “Cristina Busi”).
[1] www.museidigenova.it
[1] www.museidigenova.it
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